giovedì 30 ottobre 2008

Sciopero

Oltre il 70% di adesione allo sciopero di oggi, molte scuole chiuse. Grande manifestazione a Roma quasi un milione di partecipanti. Ma non è finita...anzi

Assemblea

La riunione per l'assemblea del 7 è fissata per il 4 ore 14,30 al Liceo Scientifico L. Spallanzani di Tivoli

martedì 28 ottobre 2008

Volantino

IL FUTURO DEI BAMBINI NON FA RIMA CON GELMINI
E’ nato un COMITATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA, contro la legge 133/08 e il Decreto 137/08 che propongono, licenziamenti di circa 100.000 docenti e 47.000 tra collaboratori e personale di segreteria e che portano il numero degli alunni per classe ad almeno 30, non tenendo conto di decenni di trasformazioni sociali.
QUESTA RIFORMA COINVOLGE TUTTI GLI ORDINI DI SCUOLA:
NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA si passerà dalle attuali otto ore giornaliere, a quattro, con un unico insegnante. Le famiglie non potranno più SCEGLIERE il tempo scuola più congeniale alla loro struttura familiare.
NELLA SCUOLA PRIMARIA si passerà ad un tempo scuola di 30 o 40 ore settimanali ad un tempo unico di 24 ore. Le famiglie potranno però chiedere un tempo scuola più lungo che sarà “COPERTO” da insegnanti di ruolo disponibili ad effettuare orario aggiuntivo pomeridiano, oppure sarà gestito dagli enti locali.
NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (SCUOLA MEDIA) spariranno del tutto i laboratori introdotti e si arriverà ad un tempo scuola di 29 ore, pertanto non ci saranno più le ore di insegnamento del latino o i recuperi di lingua italiana.
NELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE aumenterà il numero degli studenti fino a 35 per classe, diminuiranno le ore di lezione a danno delle attività di laboratorio e sperimentazione e di una adeguata istruzione per tutti.
Per questi motivi il Comitato Cittadino in difesa della scuola pubblica indice una
ASSEMBLEA PUBBLICA
il 7 novembre
presso LE SCUDERIE ESTENSI
P.ZZA GARIBALDI – TIVOLI ORE16.30
COMITATO CITTADINO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
RETE LOCALE AREA TIBURTINA

Assemblea

Confermata l'assemblea pubblica per il 7 novembre alle Scuderie Estensi di Tivoli.
Scaricate il volantino e diffondetelo per le scuole. E' prevista una riunione organizzativa per il 4 novembre luogo e orario da confermare tramite adesioni.

domenica 26 ottobre 2008

oggi come ieri

Pubblico uno stralcio del discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950 è incredibilmente attuale. leggere per credere

...Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito. (...)
Facciamo l’ipotesi. così astrattamente, che ci sia un partito al potere. un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli, ma vuoie istituire, senza parere, una larvata dittatura.Allora che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza: in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata.Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e privilegi.Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice. di quelle di stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private.Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto:
rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Pubblicato nella rivista “Scuola democratica' 20 marzo 1950

News

Dal coordinamento docenti, genitori, studenti di Roma:

Nell'ambito della mobilitazione che si svolgerà in tutte città italiane contro i provvedimenti di attacco alla scuola pubblica ed in particolare il decreto 137, a Roma si terrà un SIT-IN / PRESIDIO di fronte al SENATO (P.za NAVONA) MARTEDI 28 dalle ore 16.30 in occasione dell'ULTIMO GIORNO di discussione in aula del decreto Gelmini ed il giorno MERCOLEDI 29 dalle ore 10.00 alle ore 19,00in occasione della votazione del decreto.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare a questo importante appuntamento, sopratutto nel pomeriggio di mercoledì 29.

venerdì 24 ottobre 2008

dal mondo

Navigando in rete nel mare della protesta sono stata travolta dall'ONDA ANOMALA del movimento universitatio. Vi invito a visionare il sito http://www.uniriot.org

Uniriot è tante cose.Uniriot è la rivolta del sapere vivo tra le macerie dell'università riformata, è il conflitto dei precari nell'epoca del capitalismo cognitivo. Uniriot è l'insorgenza delle intelligenze contro il potere feudale degli atenei e i processi di aziendalizzazione, lo scardinamento dei confini e dei filtri disseminati lungo il percorso formativo. Uniriot è la non misurabilità della produzione di conoscenza, è il tempo eterogeneo e pieno delle forme di vita e di lotta.

Materiali

Pubblichiamo una lettera inviata ai Dirigenti Scolastici del nostro territorio, inviateci dal Consigliere Comunale Jacopo Tognazzi

Ai Dirigenti scolastici, agli Insegnanti e ATA
degli Istituti di Istruzione Pubblica
dei Circoli Didattici di Tivoli


Gentile Dirigente/Insegnante,

come cittadini della Repubblica, genitori, insegnanti, studenti, donne e uomini impegnati nelle istituzioni democratiche, siamo preoccupati per le sorti della scuola pubblica e giudichiamo sbagliati i decreti ministeriali che recano la firma della Ministra Gelmini.
Testimoniamo questa nostra preoccupazione inviando al vostro Istituto una copia di “Lettera ad una professoressa” dei ragazzi della scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani, nella speranza che possa essere di riflessione sui temi dell’insegnamento pubblico.

Esigenze di bilancio dello Stato hanno motivato il taglio di ingenti risorse destinate alla Pubblica Istruzione e questo rimaneggiamento, caldeggiato dalla stessa Ministra, si tradurrà immediatamente in 70.000 ruoli di docenza e 43.000 unità di assistente tecnico-amministrativo in meno nell’arco di due anni, compromettendo la stessa capacità di funzionamento degli istituti scolastici.
L’obiettivo, in linea con queste premesse, è la riduzione delle ore scolastiche disponibili, l’abbattimento del tempo pieno, la cancellazione degli istituti con meni di 500 alunni, il taglio delle supplenze e degli insegnanti di sostegno, in virtù delle stesse esigenze di contenimento della spesa pubblica.

Meno tasse e quindi minore spesa, anche per l’istruzione pubblica.

Di contro, esigenze di prestigio internazionale hanno motivato ingenti investimenti nella Difesa, potendo vantare il nostro esercito l’acquisto di 131 cacciabombardieri di ultima generazione al costo di 63 milioni di euro ciascuno!!
La politica è fatta di priorità ed il futuro dei nostri figli non rientra, evidentemente, tra queste, a differenza dei cacciabombardieri per le guerre umanitarie.

Accanto il taglio di risorse, di ore e di insegnanti, anche di sostegno, i decreti del Ministro ci preoccupano per il taglio alla fantasia dei nostri figli, per predisporli ad un ammaestramento da cittadini perfetti che, con la paura e con i ricatti, non saranno mai.
Non è il “fannullismo” del ’68 che torna, ma tornano i fantasmi ben concreti di una demagogia e di un conformismo che non tengono conto di come la nostra società si sia evoluta e di come si sia evoluta la stessa scuola, non un luogo dove semplicemente leggere, scrivere e far di conto, ma un luogo di apprendimento sociale e di nuovi linguaggi sui quali a volte i ragazzi si dimostrano persino più competenti dei loro professori.
La scuola è un diritto e un servizio sociale, un luogo dove realizzare pratiche di inclusione e di presa in carico, anche dei bulli verso cui si reclama il sette in condotta.
Quello che i decreti ministeriali disegnano è un salto all’indietro nel secolo scorso, il secolo dei Franti, dei Garrone e dei maestri unici.
Un salto all’indietro che non fa sconti alla memoria di uomini come Don Milani e a scuole come la sua, quella di Barbiana e quella di “Lettera ad una professoressa”.

“La scuola è come un ospedale che cura i sani e manda a casa gli ammalati”.

Questo scrivevano, quarant’anni fa, i ragazzi della scuola di Barbiana nel Mugello, figli di operai e contadini, mandati ad essere bocciati nelle scuole statali fiorentine per mano di insegnanti che reclamavano più il rispetto delle formalità che la sostanza di una vita dalla quale avevano sicuramente più da imparare.
Quarant’anni che non sembrano sia passati affatto.

Seguono le firme dei promotori di questa iniziativa

Pistillucci Danilo Ass. Naz. Genitori Soggetti Autistici, Meschini Emanuela Insegnante I° Circolo Didattico,
Mascitti Agildo Consigliere Comunale, Sinceri Giuseppina RSU CGIL FP, Fantini Virgilio Direttore Caritas Diocesana, Scandone Loreia Biologa ASL Rmg, Tognazzi Jacopo Eugenio Consigliere Comunale, Maglione Michele Insegnante in pensione, Cherubini Andrea Assessore Comune di Tivoli, Zarbo Giuseppe Casa dei Diritti Sociali, Capone Franca Ass. ReteRosa, Maschietti Francesca Comunità Giovanile Tivoli, Boldrini Gilberto Ass. La Città dei Diritti, Crocchiante Claudia Ufficio Cultura Comune di Tivoli, Pastore Venere COBAS Tivoli, Badoni Maurizio Ass. Cornelia De Lange, Riccio Simonetta Ufficio Cultura Comune di Tivoli, D’Urbano Anna Ass. Liberi di Fare Sport, Ventura Ivana Insegnante I° Circolo Didattico, Spaziani Sergio Circ. Cult. Ignazio Silone, Sanzolini Simonetta Ass. ReteRosa, Capobianchi Marino Consigliere Comunale, Pucci Tiburto


materiali

Ecco quanto costa alle famiglie di Tivoli la Riforma della scuola.
La Gelmini deve essere bocciata.

Non soltanto per il ritorno con al maestro unico del secolo scorso e gli effetti negativi sullo sviluppo psicopedagogico dei bambini.
Non soltanto per il taglio drastico al personale docente e non docente, circa 150.000 lavoratori per i quali si apre la drammatica scelta tra perdere il posto di lavoro o finire in mobilità.
I decreti di “riforma” della scuola pubblica vanno respinti in Parlamento, nelle piazze e nelle scuole, perché con la fine del tempo pieno, scaricheranno i loro effetti direttamente nelle tasche delle famiglie.
Nel nostro Comune ci sono:
2151 i bambini iscritti alla scuola elementare e materna.
101 sono le classi che li accolgono, con una media di 21 bambini per
classe, con tanti saluti ai numeri che in questi giorni il nostro Presidente del Consiglio va in giro a reclamizzare (“diecimila classi con meno di 10 bambini”).
63 di queste 101 classi, sono a tempo pieno.
38 “ a modulo”.
Le classi a “tempo pieno”, quindi, sono più del 60%, con un numero complessivo di bambini di 1421.
Su ognuna delle classi a tempo pieno ci sono 2 insegnanti, ciascuno dei quali lavora 24 ore settimanali.
Ogni bambino a tempo pieno frequenta la scuola per 40 ore settimanali, comprese di didattica, tempo mensa e tempo gioco.
Tolte le ore di compresenza e di programmazione, le ore di inglese e quelle di religione, e tolto un maestro su due, per i bambini che frequentano la scuola a tempo pieno si tratta di trovare chi coprirebbe circa 18 ore settimanali di tempo pieno, compreso del tempo che si dedica alla mensa e di quello che si dedica al gioco.
Ammesso che ci pensasse il nostro Comune e lo facesse con personale educativo garantito da qualche cooperativa e ammettiamo pure che il costo orario netto fosse di 20 euro per operatore, la spesa complessiva che dovrebbe sobbarcarsi il bilancio comunale sarebbe di circa 25.000 euro a settimana, ovvero poco meno di milione di euro l’anno.
Come la mensa scolastica, anche questo servizio sarebbe a domanda individuale e quindi ricadrebbe sulle famiglie con una tariffa annuale per bambino di circa 640 euro l’anno.
Tra scuolabus, mensa e tempo pieno, la Gelmini ci verrebbe a costare circa 1200 euro a bambino per famiglia.
La scuola del tempo pieno diventerebbe un lusso. Ma per le donne che lavorano e per le famiglie monoparentali, rimarrebbe comunque una necessità.
A queste considerazioni andrebbe aggiunta anche quelle relative agli effetti della norma che prevede la chiusura e l’accorpamento delle scuole elementari con meno di 50 alunni.
Immaginate cosa accadrà alle scuole elementari dei piccoli comuni come Poli o come gli altri Comuni montani della nostra terra.
Una volta chiuse le scuole, per raggiungere la più vicina occorre mettere in piedi un servizio di Scuolabus intercomunale dai costi comunque rilevanti. Costi che si andrebbero a scaricare un’altra volta sui bilanci comunali e poi, in definitiva sulle tasche delle famiglie.
E questo rappresenterebbe per i piccoli comuni il rischio reale di spopolarsi definitivamente e morire.
Ricordate lo slogan “Meno tasse per tutti?” Questo è il conto. La distruzione dei servizi pubblici essenziali.
Per tutto questo come consiglieri comunali della Sinistra abbiamo presentato una mozione in consiglio comunale per chiedere che ci si pronunci sul testo e sulla sostanza dei Decreti Gelmini, respingendoli senza tentennamenti. Ed è per questi motivi, non per le chiacchiere, che come genitori, insegnanti, bidelli e studenti, stiamo vicino a chi in questi giorni riempie le piazze ed i cortei.

Tognazzi Jacopo Eugenio
Consigliere Comunale

news

Indetto da FLC CGIL, CISL Università, CISL FIR e UIL PA-UR.AFAM uno sciopero generale per il 14 novembre di Università, Ricerca ed AFAM.

Assemblea

Sono arrivate disponibilità riguardo la proposta di organizzare un'assemblea pubblica contro la riforma Gelmini. Si può fare alle Scuderie Estensi, bisogna decidere solo quando e come. E' arrivata anche una proposta di volantino che pubblico di seguito:

IL FUTURO DEI BAMBINI NON FA RIMA CON GELMINI

E’ nato un COMITATO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA, contro la legge 133/08 il Decreto 137/08 che propongono, licenziamenti di circa 100.000 docenti e 47.000 tra collaboratori e personale di segreteria e di riportare il numero degli alunni per classe ad almeno 30, non tenendo conto di decenni di trasformazioni sociali.

QUESTA RIFORMA COINVOLGE TUTTI GLI ORDINI DI SCUOLA:

NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA si passerà dalle attuali otto ore giornaliere, a quattro, con un unico insegnante. Le famiglie non potranno più SCEGLIERE il tempo scuola più congeniale alla loro struttura familiare.
NELLA SCUOLA PRIMARIA si passerà ad un tempo scuola di 30 o 40 ore settimanali ad un tempo unico di 24 ore. Le famiglie potranno però chiedere un tempo scuola più lungo che sarà “COPERTO” da insegnanti di ruolo disponibili ad effettuare orario aggiuntivo pomeridiano, oppure sarà gestito dagli enti locali.
NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO (SCUOLA MEDIA) spariranno del tutto i laboratori introdotti e si arriverà ad un tempo scuola di 29 ore, pertanto non ci saranno più le ore di insegnamento del latino o i recuperi di lingua italiana.
NELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE aumenterà il numero degli studenti fino a 35 per classe , diminuiranno le ore di lezione a danno delle attività di laboratorio e sperimentazione e di una adeguata istruzione per tutti."Per questi motivi il Comitato Cittadino in difesa della scuola pubblica indice una

ASSEMBLEA PUBBLICA
7 novembre PRESSO LE SCUDERIE ESTENSI
P.ZZA GARIBALDI – TIVOLI ORE16.30

COMITATO CITTADINO IN DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA
RETE LOCALE AREA TIBURTINA


www.difendiamolascuolapubblica.blogspot.com

giovedì 23 ottobre 2008

Che fare?

Si potrebbe fare una iniziativa pubblica in difesa della scuola. Magari un'assemblea che coinvolga docenti, studenti e famiglie. Che ne dite?

Materiale

"Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università"
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 204 del 1° settembre 2008


Art. 1.Cittadinanza e Costituzione
1. A decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell'articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all'acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell'ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell'infanzia.
2. All'attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Art. 2.Valutazione del comportamento degli studenti
1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.
2. A decorrere dall'anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento e' espressa in decimi.
3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all'esame conclusivo del ciclo. Ferma l'applicazione della presente disposizione dall'inizio dell'anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto insufficiente, nonche' eventuali modalità applicative del presente articolo.
Art. 3.Valutazione del rendimento scolastico degli studenti
1. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall'alunno.
2. Dall'anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e' espressa in decimi.
3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all'esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.
4. L'articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e' abrogato e all'articolo 177 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) i commi 2, 5, 6 e 7, sono abrogati; b) al comma 3, dopo le parole: «Per la valutazione» sono inseritele seguenti: «, espressa in decimi,»; c) al comma 4, le parole: «giudizi analitici e la valutazione sul» sono sostituite dalle seguenti: «voti conseguiti e il»; d) l'applicazione dei commi 1 e 8 dello stesso articolo 177 resta sospesa fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 5; e) e' altresì abrogata ogni altra disposizione incompatibile con<> la valutazione del rendimento scolastico mediante l'attribuzione di voto numerico espresso in decimi.
5. Con regolamento emanato ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.
Art. 4.Insegnante unico nella scuola primaria
1. Nell'ambito degli obiettivi di contenimento di cui all'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 e' ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.
2. Con apposita sequenza contrattuale e a valere sulle risorse di cui all'articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e' definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all'orario d'obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.
Art. 5.Adozione dei libri di testo
1. Fermo restando quanto disposto dall'articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l'editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili. Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l'adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio. Il dirigente scolastico vigila affinche' le delibere del collegio dei docenti concernenti l'adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.
Art. 6.Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria
1. L'esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell'articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all'insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l'esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 7.Sostituzione dell'articolo 2, comma 433, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
1. Il comma 433 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e' sostituito dal seguente:
«433. Al concorso per l'accesso alle scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia. I laureati di cui al primo periodo, che superino il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l'abilitazione per l'esercizio dell'attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato.».
Art. 8.Norme finali
1. Dall'attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Materiale

Legge 6 agosto 2008, n. 133
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria
".

Art. 64.Disposizioni in materia di organizzazione scolastica
1. Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l'anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili.
2. Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008. Per ciascuno degli anni considerati, detto decremento non deve essere inferiore ad un terzo della riduzione complessiva da conseguire, fermo restando quanto disposto dall'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
3. Per la realizzazione delle finalità previste dal presente articolo, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e previo parere delle Commissioni Parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, predispone, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un piano programmatico di interventi volti ad una maggiore razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, che conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico.
4. Per l'attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in modo da assicurare comunque la puntuale attuazione del piano di cui al comma 3, in relazione agli interventi annuali ivi previsti, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui al citato decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell'attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri: a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti; b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali; c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi; d) rimodulazione dell'attuale organizzazione didattica della scuola primaria ivi compresa la formazione professionale per il personale docente interessato ai processi di innovazione ordinamentale senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica; e) revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi; f) ridefinizione dell'assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa; f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l'articolazione dell'azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l'attivazione di servizi qualificati per la migliore fruizione dell'offerta formativa; f-ter) nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.
4-bis) Ai fini di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di razionalizzazione dell'attuale assetto ordinamentale di cui al comma 4, nell'ambito del secondo ciclo di istruzione e formazione di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, anche con l'obiettivo di ottimizzare le risorse disponibili, all'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole da: «Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici» sino a: «Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano» sono sostituite dalle seguenti: «L'obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al Capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del presente articolo».
4-ter) Le procedure per l'accesso alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese per l'anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli adempimenti di cui alle lettere a) ed e) del comma 4.
5. I dirigenti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, compresi i dirigenti scolastici, coinvolti nel processo di razionalizzazione di cui al presente articolo, ne assicurano la compiuta e puntuale realizzazione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali, comporta l'applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla predetta normativa.
6. Fermo restando il disposto di cui all'articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall'attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.
7. Ferme restando le competenze istituzionali di controllo e verifica in capo al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e al Ministero dell'economia e delle finanze, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e' costituito, contestualmente all'avvio dell'azione programmatica e senza maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, un comitato di verifica tecnico-finanziaria composto da rappresentanti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del Ministero dell'economia e delle finanze, con lo scopo di monitorare il processo attuativo delle disposizioni di cui al presente articolo, al fine di assicurare la compiuta realizzazione degli obiettivi finanziari ivi previsti, segnalando eventuali scostamenti per le occorrenti misure correttive. Ai componenti del Comitato non spetta alcun compenso ne' rimborso spese a qualsiasi titolo dovuto.
8. Al fine di garantire l'effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio di cui al comma 6, si applica la procedura prevista dall'articolo 1, comma 621, lettera b) , della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
9. Una quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 e' destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall'anno 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico. Gli importi corrispondenti alle indicate economie di spesa vengono iscritti in bilancio in un apposito Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, a decorrere dall'anno successivo a quello dell'effettiva realizzazione dell'economia di spesa, e saranno resi disponibili in gestione con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca subordinatamente alla verifica dell'effettivo ed integrale conseguimento delle stesse rispetto ai risparmi previsti.
RICORDIAMOCI DELLO SCIOPERO DEL 30/10/08

MANIFESTAZIONE NAZIONALE